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mercoledì 26 settembre 2012

Dal Diario del Minimo Gustavo Occhiarcigni- NO AL TAGLIO DELLE ALI!


Dal Diario di Gustavo OcchiArcigni- (Pulcino Pittorico # 3)
                     26/09/2012   ore 17.03

Caro Diario,
anche oggi non ce l'ho fatta. 
Anche oggi,  come ogni giorno, ho trascorso mezz'ora  della mia vita(tempo che avrei potuto impiegarmi strafogandomi di panìco,per esempio) a provarci.
Fermo sul tavolino,ho cominciato a lisciare ogni mia singola piuma : le ho smangiucchiate,pettinate  in un senso e nell’altro,su e giù,a destra e sinistra;le ho sfrullate, sfarfallate  e sbecchettate senza sosta,le ho unite ,scomposte e nuovamente unite. Insomma, mi sono preso cura di ogni SINGOLA piuma e penna. Ognuna di loro è importante per l’Obiettivo Finale, ed è bene che ognuna di loro ne sia conscia e si senta utile allo scopo!Ci tengo a farle sentire  amate, non vorrei che cadessero e  decidessero di abbandonarmi.
Dopo mezz’ora, mi sono sentito pronto. Ho socchiuso i miei occhioni neri , ho inspirato profondamente ,mi sono concentrato sul ripiano della libreria a pochi metri da me (mmm,tutti quei libri da becchettare! Sembrano appetitosi!) e poi….ci ho provato. Mi sono alzato sulla puntina delle zampe e ho sbattuto  e sfrullato le mie alette per ben 5 minuti. Ogni tanto mi fermavo ed aprivo gli occhi ma anziché essere sulla libreria ero ancora lì,sul tavolino!
L’umano mi ha lasciato fare. Dopo qualche minuto mi ha chiesto se perfavore potevo smettere dato che stava  facendo punto croce e  sbattendo le mie ali i fili  volavano letteralmente per tutta la stanza.
Io l’ho ignorata (ascolto solo chi ha le piume,ma lei ancora non l’ha capito) e ho proseguito per altri 5 minuti. Poi mi sono arreso:anche oggi non ce l’avevo fatta,non ero riuscito  a volare.
Forse è stata la fatica del tentato volo,forse  è stata la tristezza, fatto sta che ho sospirato profondamente,mi sono arruffato con tristezza,ho agitato la mia inesistente coda e poi mi sono appallinato per dormire. Sai,diario,non avevo quasi voglia del mio radicchio verde pomeridiano!
Il bipede non pennuto  allora  si è intenerito e ha provato a  consolarmi. Dice che le dispiace tanto per me perchè anche se ha 7 Minimi in stallo (ci chiama così perché ha una cocorita come noi ,di nome Minimo),io sono l’unico che prova ogni giorno a volare con una tenacia infinita.  Insomma,le faccio tanta tenerezza.
Dopo aver deposto  l’ago e il filo con cui stava puntocrociando,con pazienza ha provato a spiegarmi che io sono un Minimo e i Minimi non volano.I Minimi camminano,corrono,urlano,picchiano le altre cocorite,mangiano,si arrampicano,giocano ma non volano. Al massimo cadono con stile.
Dice che anche se io tratto con amore le mie piume e le nutro con tante ottime verdurine, non potrò mai volare. Sostiene che senza  i tre quarti delle ali e  senza la coda,sia impossibile volare.Non è colpa mia,secondo lei, ma di una malattia delle mie piumette.
Mi sono un po’ intristito,anziché consolarmi mi ha demoralizzato.
Probabilmente se ne è accorta perché a quel punto  si è messa a grattarmi l’orecchio( mmm,i grattini dietro l’orecchio,che goduria!quasi fantastici quanto  le spighe di panìco!) e mi ha detto che   io e i miei fratelli non siamo gli unici. A quanto pare  non solo il mondo è pieno di Minimi, ma  gli umani addirittura  li creano!
Secondo  questa strana Duezampe non pennuta,  esistono persone che  con le forbici- e qui mi ha mostrato le forbici che usa per il punto croce: brr,sono affilatissime!-  tagliano  le penne dei loro amici volatili.
Dal mio sguardo deve aver capito che non le credevo e così ,sospirando,  lo ha ripetuto. Anzi, mi ha persino spiegato che  se un umano taglia le ali al suo pennuto, le ali del pennuto ricrescono dopo qualche mese(a me invece non succederà)  per cui il bipede resta sempre in agguato con le sue forbici,pronto a tagliare le  penne alle ali del suo amico volatile per renderlo Minimo per sempre.
Ma a cosa serve ospitare a casa dei pennuti se poi tagli loro le ali e  li rendi Minimi?
Insomma, non è credibile,è palese che l’umano lo ha detto solo per farmi sentire meno solo.
La bipede dice che anche lei  non lo capisce e mi ha fatto vedere  le altre cocorite che sfrecciavano per la stanza,su su fino all’armadio e al lampadario. Dice che lei si rifiuta di tagliuzzare le ali dei pennuti,come fa con i fili del puntocroce,ma che tante altre persone lo fanno per poter  girare coi pappagalli sulla spalla  in mezzo alla strada o per evitare di dover insegnarci a  scendere dall’armadio quando  veniamo chiamati.
A me  questa storia sembra davvero inventata. Insomma, come  è possibile che una persona adotti dei volatili se poi li rende tali e quali ai criceti? Per di più noi Minimi non possiamo volare via dai pericoli,quindi siamo un po’ più sospettosi e diffidenti  di un cochino normopennuto.
Ho fatto finta di crederci,caro Diario,  ho finto di credere alla sua buffa favoletta secondo cui il mondo è pieno di pennuti sani a cui vengono tagliate le ali. Io so che l’ha fatto per farmi sentire meno solo, non penso davvero che possano esistere  persone così cattive da tagliare le ali ai loro pennuti con quelle affilatissime forbici.
Mi sono goduto qualche altro grattino alle orecchie e poi  mi sono ritirato nel porta Minimo e  mi sono addormentato insieme al mio fratellino Picasso.Prima però ho mangiato tanto radicchio verde e tanta rucola.
Sai,caro diario, io continuo a sperarci. Continuerò a mangiare tante verdurine  e tanti semini salutari ma soprattutto continuerò a provarci senza sosta. Non smetterò mai di provare a volare,anche se l’umano mi ha chiesto di rinunciarci perché le faccio una tenerezza immensa e soprattutto le sparpaglio ovunque i fili con cui fa puntocroce.
Via,ora vado ad appallinarmi dentro al mio portaminimo: ci sbecchettiamo domani ,caro Diario, e spero di poterti scrivere che finalmente ce l’ho fatta ad arrivare sulla mensola della libreria.

Gustavo Occhiarcigni.





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